La permanenza di Papa Pio VII a Savona fu un evento significativo nella storia della Chiesa cattolica e dell’Italia. Il Papa fu costretto a rimanere nella città ligure dal 17 agosto 1809 al 9 giugno 1812, e successivamente dal 16 febbraio al 19 marzo 1814 a seguito dell’occupazione napoleonica della città di Roma e del territorio pontificio. Durante la sua permanenza a Savona, Pio VII cercò di mantenere la sua autorità spirituale sul popolo cattolico, nonostante la sua prigionia forzata. Inoltre, il Papa si adoperò per proteggere l’autonomia della Chiesa cattolica e per difendere i diritti del Papato in una situazione politica turbolenta. Durante il suo soggiorno nel Palazzo del Vescovado, Pio VII venne anche sottoposto ad una serie di pressioni da parte delle autorità francesi, che cercavano di ottenere la sua sottomissione al potere di Napoleone Bonaparte. Tuttavia, il Papa mantenne saldamente la sua posizione di indipendenza e di rifiuto dell’autorità laica sulla Chiesa. Infine, nel 1814, con la caduta di Napoleone, Pio VII poté tornare a Roma e ristabilire la sua autorità sullo Stato Pontificio. La permanenza forzata a Savona fu un periodo difficile e tormentato per il Papa, ma allo stesso tempo dimostrò la sua fermezza e la sua determinazione nel difendere i principi fondamentali della Chiesa cattolica.
La vita a Palazzo Vescovile
Il Papa trascorreva le sue giornate da prigioniero sotto la costante sorveglianza dei gendarmi. Si alzava solitamente molto presto verso le 5.30, celebrava la Messa nella sua cappella privata, oggi anticamera, ascoltava la funzione di monsignor Doria e consumava una leggera colazione. In seguito nella sala del trono, dava udienza e ammetteva i fedeli alla cerimonia del Bacio del Piede. Dopo un frugale pranzo si concedeva una passeggiata sulla terrazza o nel chiostro e si dedicava alla preghiera, alla lettura di libri spirituali e di opere di San Leone Magno, il suo grande predecessore che aveva affrontato Attila e salvato Roma. Si occupava poi del disbrigo delle pratiche inviate dalle autorità ecclesiastiche, costantemente controllate e censurate dalla polizia. Nonostantele difficoltà, nel periodo in cui gli fu concesso ne sbrigò quasi cinquemila.Trascorreva molte ore nella tribuna, allestita dai francesi lungo la navata destra della cattedrale ed accessibile dagli appartamenti. Vi si raccoglieva in preghiera invocando l’aiuto di Dio per la Chiesa, il perdono per i suoi persecutori e ogni sera recitava il Rosario, mentre i fedeli dal duomo cercavano di cogliere il suo sguardo. Inizialmente alle udienze non erano ammessi che ecclesiastici, signori e gente di civil condizione tanto che il Papa domandò al Maire Sansoni “E che, non avete dunque poveri nella vostra città?”.
Il ristretto cerimoniale fu perciò modificato e venne ammessa al Bacio del Piede anche la gente del popolo, di città e di campagna. Ben presto, la notizia della presenza di Pio VII a Savona si diffuse e i pellegrini divennero migliaia, savonesi, forestieri e anche stranieri, richiamati dalla fama di santità del Papa, dovuta alle numerose guarigioni miracolose e conversioni spirituali attribuite alla sua intercessione. A Savona non c’era più una stanza libera, né nei dintorni, e ogni giorno i pellegrini affollavano le scale e i corridoi in Vescovado per incontrare il Papa. Anche la piazza del duomo traboccava di gente e molti non potendo essere accolti si dovettero accontentare di ricevere la benedizione dalla loggia, dalla quale il Papa si affacciava ogni giorno alle nove del mattino e alla sera alle ventuno. “Dio benedica la fede del buon popolo di Savona” disse un giorno commosso dall’affetto della città che lui chiamava “piccola Roma”. Nel giugno 1812 Pio VII fu trasferito a Fontainebleu. Il 23 gennaio 1814 Pio VII lasciò Fontainebleau, scortato da un drappello di dragoni comandato dal colonnello Lagorse. Il viaggio fu un trionfo, fra ali di popolo che lo acclamavano e migliaia di persone che da ogni parte della Liguria si riversavano in strada per salutarlo. A Savona giunse la notizia del suo imminente ritorno suscitando grande entusiasmo tra i savonesi che sfidando il potere imperiale prepararono accoglienze trionfali.
Il 16 febbraio 1814, accadde un fatto curioso. Avendo il Papa preso la strada delle Manie da Finale, giunse nei pressi della cappelletta delle Voze dove si scatenò una contesa tra Nolesi e Spotornesi che ambivano entrambi ad averlo come ospite. Scese infine a Spotorno, poiché aveva bisogno di riposo, e la strada era meno scoscesa e più agevole. Dopo una funzione in parrocchia fu ospitato nel palazzo di Sebastiano Berninzone, il più lussuoso del paese; qui incontrò il Vescovo, il Prefetto ed il Sindaco ed ebbe la possibilità di rifocillarsi e riposarsi. In serata giunse a Savona, per l’occasione ornata di ghirlande e tappeti di fiori. Alle Fornaci fu accolto dal Vescovo accompagnato dal clero, dal prefetto Brignole e dal popolo festante. I cavalli furono staccati e la carrozza fu trascinata con corde di seta fino alla cattedrale dove fu celebrata una funzione e cantato un commosso Te Deum di benvenuto.
Pio VII benedisse il popolo dalla loggia sulla piazza del duomo e si ritirò nel palazzo vescovile dove fu visitato dal sindaco. Il Pontefice, molto devoto alla Madonna di Misericordia, era profondamente convinto che le sue traversie avrebbero avuto fine grazie all’intercessione della Vergine. Il 10 marzo, iniziò la novena di preghiera per la festa patronale, il Pontefice seguì le celebrazioni dalla tribuna affacciata sulla cattedrale, intonando le litanie insieme ai fedeli e facendo voto che, riavuta la libertà, avrebbe, in segno di gratitudine, incoronato l’effige della Madonna di Misericordia collocata nella cripta del Santuario. Il voto fu ascoltato, il 17 marzo il capitano Lagorse ed il prefetto Brignole, euforici, comunicarono al Papa la notizia della sua liberazione. Lagorse era pronto a partire per Roma il giorno seguente, ma Pio VII si oppose: “No dimani; dimani è la festa dei savonesi, la festa della loro Madre di Misericordia: partiremo posdimani”.
I savonesi, diffidenti nei confronti del governo francese e timorosi che Pio VII potesse essere nuovamente trasferito a tradimento, come già era accaduto il 9 giugno 1812, celebrarono la festa patronale in un clima di ansia ed angoscia. Le tradizionali luminarie furono scarse e i cittadini vegliarono tutta la notte pregando per l’amato Papa. Le preghiere continuarono anche il 18 marzo, durante la celebrazione in cattedrale e dopo la funzione, quando la folla si radunò sotto la loggia invocando la benedizione del Santo Padre. Il popolo, agitato, pretese di essere ammesso alla cerimonia del Bacio del Piede, riservata al clero, alcuni tentarono di forzare la porta di accesso al palazzo vescovile e nella calca diverse guardie furono malmenate. La gente occupò la piazza per tutta la sera ed alcuni rimasero a vegliare l’intera notte per proteggere il Pontefice da un eventuale rapimento. All’alba del 19 marzo, migliaia di persone si accalcarono nuovamente in piazza del Vescovado, tanto che la carrozza del Papa ebbe difficoltà ad avvicinarsi al portone del palazzo vescovile. Alle sette e trenta Pio VII comparve sulla piazza, sorridente e commosso da tanto affetto e prima di partire benedì la folla emozionata e piangente che si inginocchiò al suo cospetto. Mentre la carrozza si allontanava si udirono sospiri e singhiozzi e nella piazza risuonò un unico grido Viva il Papa!.
La carrozza prese la strada del Piemonte ed il saluto del popolo savonese si protrasse fino a Cadibona. Dopo un lungo viaggio, durante il quale sostò anche a Cesena (sua città natale), fece ritorno solennemente a Roma il 24 maggio 1814, data in seguito impressa nel calendario liturgico della diocesi di Roma come festa di Maria Ausiliatrice, in ringraziamento alla beata Vergine che lo aveva custodito durante il suo tormentato esilio. Pio VII ritornò infine a Savona nel maggio del 1815 rispettando il voto che aveva fatto durante la prigionia: sarebbe tornato per incornare la Modonna di Misericordia se fosse stato liberato. Cosa che avvenne il 10 maggio 1815 alla presenza anche del Re di Sardegna Vittorio Emanuele.
PIO VII nei film
Pio VII anche a causa della sua rivalità con Napoleone è stato oggetto di molte pellicole cinematografiche ed interpretato da attori di prima grandezza. Il più conosciuto è sicuramente Paolo Stoppa che nel film “il Marchese del Grillo” duetta con il mitico Alberto Sordi in una delle commedie più apprezzate e campione d’incassi degli anni ’80. Anche il premio Oscar Vittorio De Sica ha donato il suo volto a Pio VII nel film “La Battaglia di Austerliz” del 1961. Per finire anche un grande divo di Hollywood si è cimentato nell’interpretazione del Papa. Nella serie televisiva “Napoleon”, coproduzione tra Francia, Germania, Italia, Canada e USA, James Woods, due volte candidato all’Oscar e indimenticabile interprete del film di Sergio Leone “C’era una volta in America” interpreta un combattivo Pio VII.