Era il 18 marzo 1536 quanto la Vergine apparve al contadino Antonio Botta dove ora sorge il Santuario di Savona.
Il messaggio fu di osservare tre sabati di digiuno, di fare tre giorni di processione e di ritornare il quarto sabato in quel luogo. La notizia si sparse nella valle e in città mentre cresceva l’attesa per la seconda apparizione. L’8 aprile, come promesso, la Vergine comparve nuovamente e terminò con il messaggio Misericordia, figlio, voglio e non giustizia. La notizia del miracolo si diffuse in tutta la Liguria e venne costruita una piccola Cappella, ma ben presto per accogliere le migliaia di fedeli venne eretto il tempio che per secoli fu tra i Santuari Mariani più frequentati d’Europa. Il 18 marzo si festeggia la Madonna di Misericordia che la città di Savona ha eletto a propria patrona già nel 1537. Un festa particolarmente sentita dalla popolazione che comincia il giorno prima. All’imbrunire si ripete la tradizione dei Balunetti: in tutta la città compaiono sui davanzali delle finestre dei lumini che annunciano la Processione del giorno successivo.
Nel frattempo sul greto del torrente Letimbro vengono accesi grandi falò e alle 20,00 parte dalla Chiesa di San Bernardo la fiaccolata che avrà come tappa la casa del beato Botta per poi concludersi sul sagrato del Santuario.
Alle 7 della mattina del 18 marzo migliaia di pellegrini si ritrovano sulla Piazza del Duomo di Savona per la partenza della processione che si snoderà lungo il centro storico, il quartiere di Lavagnola e la strada che affianca il torrente Letimbro fino al Santuario. Il corteo sacro, guidato dal Vescovo di Savona-Noli percorre gli oltre 7 chilometri osservando 9 tappe presso le Cappellette Votive. Davanti ad ognuna, addobbata a festa con fiori, vengono recitati i versetti del “Salve Regina”, scritti su un cartiglio sopra ogni affresco. Al termine della camminata di circa due ore e mezza la processione giunge sul sagrato della piazza del Santuario dove il Vescovo celebra la Messa Solenne. La giornata può terminare con una visita alla Cappelletta della Crocetta o, approfittando dell’arrivo della primavera, con una sosta in uno dei ristoranti che sono presenti nella vallata.